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sabato 31 ottobre 2015

LUNGA VITA AI COPERTONI! NUOVE STRADE PER IL RECUPERO DEGLI PNEUMATICI




In Europa ogni anno se ne scartano 220 milioni per il mostruoso peso di circa 3,4 milioni di tonnellate di gomma (dati AIRP); solo in Italia sono 380mila le tonnellate di vecchi pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita. Secondo i dati dell' Ecopneus (il consorzio per il riutilizzo, il riciclo e lo smaltimento dei pneumatici usati) di questi, 180mila vengono indirizzati al recupero termico(utilizzati cioè come combustibili per produrre energia elettrica o nei forni dei cementifici) in patria o all'estero. E la restante parte?

Grazie ad una normativa del luglio 2006 che vieta il metodo storico di smaltimento (combustione, sic!), essanon può essere più conferita in discarica nemmeno frantumata.

Calcolate che, per costruire un pneumatico di una autovettura, occorrono 7 kg di gomma per la cui produzione sono necessari 27 litri di petrolio, mentre per un pneumatico industriale, 60/70 kg di gomma, l'impiego è di circa 100 litri: un vero e proprio patrimonio di materie prime che verrebbe totalmente disperso attraverso lo smaltimento. A questi dati si aggiunga il lievitare del prezzo della gomma che, risentendo della crisi internazionale delle materie prime, è salito di circa il 52% e si capirà meglio perché in tutto il mondo sta crescendo fortemente l' interesse per le nuove tecnologie atte al recupero ed al riutilizzo di questi veri e propri patrimoni neri. Vediamo dunque quali sono le proposte.

Un primo passo può essere costituito dal processo di ricostruzione, processo a più fasi regolamentato da norme tecniche specifiche (Regolamento ECE ONU 108per le vetture e regolamento ECE ONU 109 per i veicoli commerciali), che interessa il pneumatico che non sia definitivamente compromesso da danni strutturali: il battistrada usurato viene sostituito con materiale nuovo dalle caratteristiche del tutto simili all'originale dando vita ad un prodotto assolutamente affidabile, economico e, soprattutto, eco-sostenibile. Secondo l'AIRP, la ricostruzione salva circa il 70% dei materiali originari dello pneumatico: ciò permette un risparmio medio annuo (solo in Italia) di 160 milioni di litri di petrolio e 46.000 tonnellate di altre materie prime strategiche comegomma naturale e sintetica, nero fumo, fibre tessili, acciaio e rame.

E' italiano invece il progetto per il primo impianto per la produzione di energia pulita ottenuta da vecchi pneumatici: grazie al processo ideato dalla Costech International, società di Pioltello (Mi) che produce strumenti di analisi chimica, i vecchi pneumatici, anziché essere bruciati o triturati, vengono sottoposti a idrogetti della pressione di 3.500 bar che separano l'acciaio dalla gomma. Ilsistema permette di ricavare gas naturale, gasolio e carbon black: materiali destinati ad essere venduti assieme all'85% dell'energia elettrica che il processo produce e non assorbe per autoalimentarsi. L'azienda debutterà a Jacksonville, in Florida dove la senatrice Corrine Brown ha fortemente voluto la creazione dell'impianto "abbiamo trovato esattamente la risposta alle nostre esigenze per creare nuove fonti di energia pulita" afferma la Brown, "un pò di merito andrà a quei cervelli che non hanno lasciato l'Italia ma che qui hanno lavorato per migliorare la qualità della vita di tutti".

E, sempre negli U.S.A., Robert Amme, professore di fisica e scienza dei materiali dell'università di Denver, ha sviluppato una nuova tecnica per produrrepavimentazione per impianti ricreativi come piste di atletica, piste ciclabili e i parchi giochi per bambini riciclando la gomma dei pneumatici usati. Oltre ad avere costi inferiori rispetto ai materiali attualmente utilizzati, ha commentato Amme, questa nuova metodologia consentirebbe di liberarsi dei pneumatici di scarto che solo negli Stati Uniti sono 290 milioni l'anno. Per ogni 2 chilometri di pavimentazione realizzata infatti sarebbero riutilizzati dai sei ai sette mila pneumatici.


E se, nel suo piccolo, un creativo ragioniere veneto, Mario Spandei, dal '91, con la "Industrial Limited Europe srl", produce scarpe per "non calpestare l' ambiente", le Us Road fabbricate in Spagna con i pellami ecologici forniti dall' americano "Feuer Leather Group" e le gomme consumate dei Tir europei.



Coniugando business e buona volontà ecologica, l'artista portoghese, Lucia Zani testimonia l'attenzione del mondo dell'arte nei confronti dei problemi ambientali ed alla questione dello smaltimento dei pneumatici usati con Metamorfosi, un' enorme palma costruita con circa 150 pneumatici, alta 3,6 metri che campeggia in una delle strade principali di Sinora in Portogallo.



Dulcis in fundo, non potevano mancare le proposte di design, sempre più orientate verso soluzioni decisamente eco: le tre giovani architetti: Angela Mensi, Ingrid Taro e Cristina Merlo con la linea RICrea, sono riuscite a coniugare progettazione, tecnologia , passione e rispetto per l'ambiente. Il riciclo diventa arte: vecchie zattere di salvataggio, pnumatici esausti e teloni di camion danno vita a poltrone, divani e sedute dai colori sgargianti e dalla comodità assoluta. Gli arredi di RICrea, poi, sono ottimi per l'esterno, da sfoggiare in giardino o sul terrazzo con la garanzia di stupire gli amici con un arredo di stile ed eterno, grazie alle proprietà, in questo caso solo positive della plastica.



Tante piccole, grandi idee per una cultura ogni giorno sempre un po' più green. Perché la battaglia per l'ambiente, così come i pneumatici riciclati, ha ancora tanta strada da fare.
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venerdì 30 ottobre 2015

KEY-JEWELS: LA VECCHIA TASTIERA SI RICICLA "CHIC"



Le mode, si sa, vengono dal basso e quando funzionano attirano l'attenzione dei brand; assorbite, rilette e rielaborate, le nuove tendenze vengono spesso trasformate dai giochi del mercato in veri e propri cult. Così, se siete frequentatrici di mercatini d'artigianato forse avrete già avuto modo di imbattervi in quelli che oggi, riveduti e corretti dalle mani esperte di orafi e designer, vengono proposti ad un pubblico più ampio con il nome di Key-jewels: orecchini, gemelli, spille, portachiavi, anelli e quant'altro la fantasia possa suggerire creati a partire dal riciclo creativo ed eco-friendly dei tasti delle vecchie keyboards in disuso.


A trovargli un nome è stata proprio un'italiana, la giovane designer Katia Bocchi che, dopo aver collaborato con Mandarina Duck e familiarizzato col mondo del fashion recycled seguendo Maurizio Longati per la creazione di borse Momaboma, continua il suo percorso eco-friendly con Pi Ci, la seconda linea di bijoux ispirati dal recupero di vecchie tastiere del pc. "La tecnologia si evolve in odo estenuante, ho creato allora con i pezzi delle vecchie tastiere oggetti unici che continuano a comunicare attraverso di noi" afferma la designer sul sitowww.boop.it che ospita tra l'altro anche le sue opere adorate dal popolo Geek.


Ed è proprio sul sito Geekware che l'Acorn studios presenta, dal Canada, le creazioni della sua fondatrice: oltre che dal riciclo di supporti magnetici e sezioni di hardware, Nicola Harper ha ideato, sempre dai pulsanti delle malandate keyboards, anelli di fidanzamento davvero unici, personalizzabili e potenzialmente ironici (pensate ad un bel pulsante ESC o quello del LOCK al posto di un banalediamante), sorprendenti gemelli per eleganti signori che non rinunciano ad un tocco estroso nel vestire, mollettine per capelli, deliziosi orecchini e pendenti-pulsanti per le più giovani. Idee originali, semplici, facili da realizzare (per chi volesse cimentarsi in un più soddisfacente riciclo fai-da-te) che puntano nel loro piccolo ad un mondo più fantasioso e soprattutto più sostenibile.


Concepita dalla brillante mente di Joao Sabino, designer assolutamente eco-freendly è invece la splendida Key-bag. La ricerca sul riutilizzo dei materiali e sulla re-destinazione delle forme portata avanti con intuizioni sorprendenti dal designer portoghese (vi consigliamo di dare un occhio al suo sito www.joaosabino.pt) dà vita a queste splendide borse-tastiere che mescolano ricerca, stile e puro spirito ecologico. Queste preziose creazioni sono in vendita, almeno per adesso, esclusivamente on line - ad un prezzo che si aggira intorno ai 140 Euro - e difficilmente sono riproducibili in casa a meno che non siate molto esperti. Si offrono però come interessantissimo spunto per tutte quelle aziende impegnate in grosse produzioni seriali d'accessori e non solo: puntando sulla ricerca e l'innovazione, il riciclo dei materiali può costituire un nuovo campo di sperimentazione per il mercato del design con ricadute positive per tutti ed in questo caso non soltanto economiche.
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giovedì 29 ottobre 2015

LA TV NON È SPAZZATURA: ECCO COME TI RICICLO LA VECCHIA TELEVISIONE


Come smaltire correttamente o riciclare le vecchie TV a tubo catodico? Nel 2012 siam passati tutti definitivamente alla tv digitale terrestre e chissà, in questi poco più di due anni, quanti saranno i televisori che, dopo un onorata carriera analogica, andranno ad aggiungersi a quei 182 milioni di Kg di Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche, la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale con un tasso di crescita tre volte superiore ai rifiuti normali, che in Italia produciamo ogni anno. Niente paura.

In termini di capacità produttiva sembra che gli 80 impianti accreditati e coinvolti nel recupero e nello smaltimento dei RAEE (l'elenco completo delle aziende lo trovate sul sito del Centro di Coordinamento RAEE), siano già pronti a tener testa a tale, ingombrante incremento.

Il nostro paese, rispondendo alladirettiva della Comunità Europea 2002/96, si è dotata di un sistema normativo che regola la gestione dei rifiuti RAEE con il dlgs 151/2005; obiettivo: prevenzione della produzione di rifiuti RAEE, promozione del reimpiego e riciclo per ridurne la quantità destinata allo smaltimento in discarica e non per ultimo la riduzione dell'uso di sostanze pericolose contenute in queste apparecchiature secondo la direttiva RoHs(Restriction of Hazardous Substances), obbligatoria dal 1° luglio 2006, che pone vincoli all'uso di piombo, cadmio, mercurio, cromo esavalente, bifenili polibromurati, etere di difenile promobromurato per i prodotti fabbricati o importati nell'UE.

Figura centrale dell'attuazione di tali provvedimenti diviene il produttore inteso sia come azienda che fabbrica l'apparecchio elettronico, sia come private labels(chi rivende con il proprio marchio prodotti di altri fornitori), sia come impresa importatrice. Mentre i Comuni dovranno assicurare accessibilità, adeguatezza e funzionalità ai Centri di Raccolta pubblici dei RAEE ed i distributori il ritiro gratuito delle apparecchiature dismesse dai consumatori, i produttori avranno l'obbligo di finanziare e gestire sia le attività di trasporto dai Centri di Raccolta agli impianti specializzati, sia le operazioni di trattamento con garanzia di raggiungimento di specifici obbiettivi di recupero, di reimpiego e riciclaggio dei materiali e delle sostanze.

Le aziende produttrici europee, che vengono così obbligatoriamente chiamate ad assumersi nuovi impegni etici, ecologici ed economici si organizzano e cercano inspirazione, guardando al Giappone. Il Metec, il Matsushita Eco-Technology Centre, l'impianto di disassemblaggio di uno tra i maggiori colossi della produzione di tecnologia al mondo (Matsushita detiene vari marchi, da noi il più conosciuto è Panasonic), un edificio bianco, silenzioso perso tra le verdi risaie a nord di Osaka, pare destinato infatti, secondo il parere soddisfatto del suo presidente Fumio Ohtsubo, a diventare il modello da esportare.

Qui, dal 2001, vecchi televisori ed elettrodomestici a fine carriera vengono disassemblati al ritmo di un milione di pezzi l'anno secondo una strategia che lega coscienza ecologica e nuova economia: si apre alle istanze ambientaliste che, in un Giappone devastato da anni di cementificazione selvaggia, si fanno sempre più urgenti e dall'altra si sperimentano nuovi business, si fanno nuovi soldi. Perché il riciclo dei preziosi materiali contenuti nelle apparecchiature elettriche come ferro, rame, vetro, alluminio, rende. Talmente tanto che, con tale politica, il Metec riuscirà a rendersi totalmente autosufficiente, coprendo tutti i costi di mantenimento, compresi gli stipendi dei suoi 180 operai.


Elogiando l' exemplum green giapponese, in Italia invece, dove, come abbiamo visto, nei primi mesi dell'anno sono stati dimessi circa 1,8 milioni di televisori, la battaglia per la raccolta dei vecchi apparecchi si combatte sul piano del vetro: il progetto Glass Plus di ReMedia, il principale Sistema Collettivo italiano multi-settore per la gestione sostenibile dei RAEE, si avvale di una strategia rivoluzionaria di riciclo dove, grazie all'aggiunta di un impasto ceramico totalmente innovativo, il vetro presente nei tubi catodici dà vita a collezioni di ceramiche e piastrelle ecosostenibili conformi allo standard internazionale LEED(Leadership in Energy and Environmental Design). Presentato in anteprima esclusiva in occasione del Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l'Architettura e dell'Arredobagno di Bologna, il Glass Plus è però un progetto destinato a vita breve: nelle moderne flat tv infatti, lo schermo protettivo in policarbonato costa meno, si usura con molta più facilità ed il suo riciclo non è proprio eco-friendly.

Nell'attesa di bianche fabbriche o di camminare a piedi nudi su piastrelle catodiche noi vi consigliamo di sbrigliare la vostra immaginazione e tentare di dare una nuova veste ed una nuova vita alla vostra vecchia tv perché il riciclo più green, come sapete, parte proprio dal salotto di casa vostra.

Prima di tutto chiedetevi se sia davvero da buttare: con un semplice lettore dvd od un videoregistratore, il vostro tv color potrebbe continuare a rendersi utile nelle scuole, nelle associazione od anche solo a casa vostra, per la cameretta dei vostri bambini divora-cartoni.

Ed anche se il vostro apparecchio fosse inesorabilmente andato, non disperate: avete tra le mani un prezioso, eclettico elemento neo-vintage pronto a trasformarsi in idee di design e d'arredamento fai-da-te ed a lasciarsi, in tal modo, ancora guardare.


Da semplice porta-oggetti a mobiletto per bar, potete sbizzarrirvi a dare un nuovo valore al vostro vecchio televisore anche se non dovete dimenticare che le TV possono contenere mercurio, cadmio, piombo ed altri materiali pericolosi, quindi in qualsiasi cosa vogliate trasformarle, informatevi prima di cominciare l'opera di riciclo creativo su come maneggiare, e dove far riciclare, le parti interne. Qualche idea? Avevate mai pensato a mandare in onda i vostri pesci rossi? Convertite in acquario lo schermo della vostra tv! 



Amanti del tronismo televisivo? Concedetevi allora un degno seggio con un po' di gommapiuma e del tessuto: rifoderando l'interno dell'apparecchio, darete vita ad una poltroncina dal fascino molto old-style.



I patiti del videogioco storico o del retrocomputing potrebbero invece costruirsi una propria game machine: basta collegare alla televisione una vecchia console(tipo Nintendo o Sega) e sfidare gli amici per domeniche dal sapore retro'. E per gli amanti del verde? Una tv trasformata in fioriera sarà sicuramente più bella da vedere di qualsiasi SanRemo, non trovate? Allora, forza. Non restate a guardare!
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mercoledì 28 ottobre 2015

GEEK JEWELRY: L'ARTE DEL RICICLO CREATIVO CONTRO L'E-WASTE


Torniamo a parlare di riciclo creativo e torniamo a parlare di geek-jewelry, l'arte di creare gioielli riutilizzando vecchi componenti del PC in grado di sintetizzare alla perfezione tecnologia e rispetto per l'ambiente contribuendo a ridurre i rifiuti cosiddetti RAEE

La risoluzione ai problemi dell'e-waste, cioè dello smaltimento dei rifiuti elettronici, è da qualche tempo al centro dell' interesse di aziende e ricercatori; a Brisbane, due ingegneri australiani della facoltà di ingegneria e di tecnologia alla Griffith University, il professor David Thiel eMadhusudanRao Neeli, hanno elaborato i primi circuiti in plastica riciclata: riciclabili, non contengono sostanze pericolose e, come sottolineato da ComputerWorld,sono restituenti all'acqua. Nel 2007, invece, la IBM è stata insignita del premio Most Valuable PollutionPrevention Award per la messa a punto di un sistema innovativo ed eco-sostenibile per il recupero del silicio dei wafer della maggior parte dei prodotti elettronici: non utilizza sostanze tossiche, permette più vite allo stesso supporto, riduce le fasi del processo di riciclaggio (ad alto consumo energetico) da 21 a 5-12 con una conseguente riduzione del carbon footprint dal 35 al 75% ed incoraggia il settore del fotovoltaico favorendo un più semplice approvvigionamento di quello che è il suo materiale fondamentale. Segnali di una volontà di cambiamento in cui la tecnologia punta ad una vera partnership con la natura. Segnali di un cambiamento di cui l'arte, ancora una volta si fa un'originale portavoce. In che modo?

Avevamo già visto i gioielli ricavati dalla tastiera dei computer, ma è incredibile come ogni singolo componente del nostro PC, anche il più insignificante, possa trasformarsi in accessori belli, eco-chic e di tendenza: chip, microprocessori, microcontrollori, etc.,etc.,etc., che nell'ultima evoluzione della geek-jewelry, vengono tradotti dalla sapienza orafa in creazioni che coniugano arte e tecnologia rendendosi al contempo icone, terribilmente accattivanti, di quello che è l'imperitura attenzione del popolo geek rispetto alle tematiche ambientali nonché dell'originalità, dell'ironia e dello stile con cui da sempre riescono a rendere popolare il loro, personalissimo messaggio. L'esortazione è sempre quella del do it youself! Ovvero fateli da voi!...o quantomeno, vista l'indiscussa qualità, il livello manifatturiero e la ricerca, anche a livello semiotico, che informa questi autentici preziosi, lasciatevi ispirare!


Partendo dalle creazioni più semplici, eccovi allora la prima carrellata diorecchini pendenti: in alto a sinistra, per chi la tecnologia ce l'ha nel sangue, duecircuiti di identificazione elettronica del DNA, a destra, per le più dure, armature in argento delle testine di propulsione del disco rigido. In basso a sinistra, invece, troviamo una vera rarità: chip creati per affrontare le amene condizioni dell'ultima frontiera dello spazio; a destra un must per le più agguerrite tecnoamanti del vintage: questi elementi provengono infatti dal sistema guida dei missili nel lontano 1950.



Ed ecco cosa può riservarci l' hardware: in alto a sinistra, per le future I. Asimov,testine di lettura/scrittura del disco rigido, a destra invece pendenti/RAM... per le più smemorate. Se volete andare dritto al cuore gli orecchini/chip da Intelsaranno vostri alleati e, se cercate qualcosa di più elettrizzante, provate con il paio in rosso: proviene dal condensatore di alimentazione di un laser con una scarica da 5000 volt! Le amanti della musica ameranno di sicuro indossare questi in basso a sinistra, testine di lettura/scrittura di un drive CD mentre chi ha segreti da nascondere si sentirà più al sicuro con gli ultimi in basso: questi stilosi orecchini in oro sono in realtà circuiti EPROM, memoria di sola lettura cancellabile ad ultravioletti, prodotti dalla Signetics per il settore aerospaziale dell'esercito americano. 




Questi sono invece tra i pezzi forti della collezione: combinazioni di chip e processori che stuzzicano le conoscenze degli intenditori informatici, solleticano il palato delle geeks più trendy e, sicuramente farebbero gola anche a chi solitamente si rivolge a Tiffany's. In alto a sinistra, questo elemento include vari processori EPROM, RAM e convertitori D/A da 7.400 chip della serie, il bracciale a destra è invece una vera e propria celebrazione di vecchi circuiti che hanno fatto storia. In basso a sinistra uno splendido pin di un processore che brilla per rarità ed al centro, amanti del vintage e patiti del telefonino, un chip di trasmissione/ricezione di un Motorola dell'era mattone.

Sono solo alcune delle creazioni sorprendenti e possibili grazie al recupero di scarti informatici. Sicuramente fashion, sicuramente trendy. Ma soprattutto, sinceramente eco. Perché da quando Marylin cantava i diamanti sono i migliori amici delle donne tempo ne è passato, o meglio tech ne è passata. E, da qualche tempo, sembra anche stia andando nella direzione giusta.
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martedì 27 ottobre 2015

SWAPPING: LA TENDENZA ALLO SCAMBIO CHE CONSENTE DI NON SPENDERE PIÙ



Ci siamo appena disintossicati dall'abbuffata di corse per i regali natalizi che già si ricomincia con i saldi. Non c'è tregua per il calendario, e nemmeno per il portafogli, di una vera shopaholic, per dirla all'inglese, cioè di una vera appassionata di shopping. Un'occasione dopo l'altra, uno sconto dopo l'altro e l'armadio si riempie e non ci sta più dentro nemmeno l'ennesima scatola per riordinare.

Di ritorno poi dalle vacanze di Natale bisogna mettere in conto che ci sono anche i regali. Alcuni erano già nella lista dei desideri e troveranno posto in cucina o nel guardaroba, altri non erano lontanamente previsti e allora? "A caval donato non si guarda in bocca" dicevano le sagge nonne di un tempo ma oggi che le case strabordano di oggetti che stanno lì solo a prender polvere, anche il vecchio detto dovrebbe adeguarsi ai tempi che corrono.


Perché tenere in casa qualcosa che non ci piace, non ci serve e occupa spazio quando possiamo scambiarlo con qualcosa che ha per noi un valore differente.La nuova tendenza ecosostenibile dello scambio prende campo e dopo aver conquistato il mondo dell'abbigliamento, degli accessori, dei viaggi, del tempo approda anche nel mondo dei regali.


Succede il 10 gennaio a Torino. L'evento si chiama "Regali senza moneta" ed è organizzato dall'Ass. Manamanà. Si propone di portare in piazza i famosi "ricicloni", cioè quei doni che abbiamo accolto con un sorriso tirato e che possiamo finalmente sperare di dare in cambio a qualcuno che lo apprezzerà molto più di quanto non siamo riusciti a camuffare: l'ennesima sveglia digitale in cambio di cinque lezioni di chitarra, per intenderci.

Tutto ciò testimonia quanto il baratto stia velocemente allargando la sua sfera d'influenza e si stia trasformando, da fenomeno di nicchia, in fenomeno di massa. Una tendenza quindi che non riguarda soltanto le signore dei quartieri alti in cerca di esperienze pop, né i mercatini di periferia ma che entra nei cuori delle città e diventa una sana alternativa all'insensata accumulazione, allo spreco e all'acquisto compulsivo e isolante.



Di come e quanto sia diventato diffuso e tentacolare il baratto ne parla un libro di recente uscita dal titolo "I love swapping. La guida alla nuova tendenza ecosostenibile: il baratto" ed. Avallardi, pag. 139, euro 12. L'autrice è Marina Martorana, giornalista del Corriere della Sera, che da tempo cura la rubrica online rispendo.Corriere.it) . A partire dal gioco di parole del titolo che sostituisce il più noto termine shopping in swapping, il libro ripercorre tutte le situazioni in cui online o offline è possibile praticare del sano e coinvolgente baratto, in inglese swapping appunto.

La premessa è che "il baratto può diventare l'espressione di un vero e proprio ecostile di vita".il baratto può diventare l'espressione di un vero e proprio ecostile di vita".

Il libro mette in fila infatti tutte le forme di vita del baratto a testimonianza del fatto che si tratta di un fenomeno ormai lontano dallo scambio di abbigliamento in un qualche negozio vintage o di modo per liberarsi di roba vecchia rimasta in casa. "Il baratto del terzo millennio testimonia una vera (contro)tendenza nella società del profitto." L'assenza di passaggi di denaro associa all'atto dello scambio valori come la solidarietà, la socialità, il risparmio e la cura, da tempo sommersi sotto il cumulo di cose di cui siamo circondati.


Esiste dunque un mondo che si sta muovendo velocemente e che inventa soluzioni nuove per evitare di spendere e sostituire l'uso del denaro con forme di transizione o di permuta alla pari. E che non tocca soltanto i privati ma sta coinvolgendo anche le aziende. Esiste la realtà degli SCEC (uno strumento sostitutivo della moneta sonante che può coinvolgere circuiti di commercianti e cittadini; in Inghilterra esistono le Transition Town vere e proprie comunità fondate sullo scambio e sulla solidarietà sociale; dalla Svizzera agli Stati Uniti stanno nascendo aziende di intermediazione per favorire forme di baratto aziendale che permettano di scambiare beni in cambio di debiti).





Se il baratto b2b vive ancora di pochi e coraggiosi esempi, vario e numeroso è invece il mondo delle Associazioni, dei siti on line, dei negozi, delle case, dei bar, dei bed&breakfast che si aprono alle esperienze di baratto. Per raccontarle tutte (o quasi) Marina Martorana fa una specie di moderno Viaggio in Italia alla ricerca di persone e situazioni che hanno fatto del baratto la loro attività vera o alternativa. Che ci credono e con successo portano avanti il loro piccolo tentativo.

Si va dagli spettacoli di teatro in cambio di cibo, alla stanza d'albergo in cambio di un paio di ore dedicate a narrare fiabe, al libro usato in cambio di una birra, alla casa in cambio di vitto e alloggio all'estero... e così via a scambiare.

Il libro si conclude con un paio di pratiche guide per organizzare il nostro primo swap party in casa (di cui anche noi vi avevamo dato le istruzioni in occasione del cambio di stagione) o per aprire una banca del tempo nel proprio condominio.

In entrambi i casi, la prima regola è: scambiare, non spendere!
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lunedì 26 ottobre 2015

GIOIELLI RICICLATI: ANCHE IL FAI-DA-TE HA IL SUO VALORE


Acquistare un gioiello, si sà, è un'ottima medicina per l'autostima e per l'umore di noi donne. Farselo da sé, magari utilizzando materiali di scarto e dando sfogo alla propria fantasia e creatività, lo è ancora di più, non solo per la soddisfazione di aver creato da soli il proprio monile, ma anche per l'effetto positivo sulll'ambiente.

Anche perché, a volte, può diventare un vero e proprio business. Lo sa bene l'italiana Patrizia Iacino, ideatrice del marchio GlobalcoolO che sta avendo grande fortuna negli States dove i gioielli derivati dal riciclo creativo stanno diventando l'ultima tendenza in fatto di eco-fashion. Da Corigliano alla Grande Mela, contando su fantasia, tenacia e competenza Patrizia è riuscita a tramutare un sogno in realtà. Gli eco-gioielli GlobalcoolO ricavati da tappi delle bottiglie, dai contenitori delle lenti, dai fondi delle bottiglie di plastica, elastici e chi più ne ha più ne metta,- a detta della stessa Iacino - possono andare bene per tutte le età e per le tutte persone che hanno una certa sensibilità verso l'ambiente, il riciclo, e che soprattutto vedono questi lavori come oggetti d'arte.
Su greenMe.it ci siamo occupate diverse volte di gioielli riciclati fai-da-te: abbiamo visto come ricavarli da una vecchia tastiera del computer, dalle lattine in alluminio, dalle carte delle caramelle o dando nuova vita ai componenti elettronici di pc destinati alla discarica. Ma ecco a voi, oltre agli esempi di Patrizia Iacino da cui prender spunto, altri consigli che potrebbero tornarvi utili per realizzare dei monili stravaganti con un po' di creatività, unita a una buona manualità e una grande dose di pazienza. Se avete queste doti, siamo già a metà dell'opera! Non ci resta che dare qualche dritta per realizzare a casa propria, magari con un sottofondo musicale e in completo relax, i gioielli da sfoggiare per ogni occasione.

Ricordate quei vecchi ciondoli, a forma di cuore o fiore per intenderci, che erano molto di moda alcuni anni fa abbinati a una catenina in oro o argento? Ebbene per renderli nuovamente trendy senza spendere una fortuna possiamo utilizzare, al posto della catenina, dei nastri colorati (raso, coda di topo) che tutti noi abbiamo buttati in qualche cassetto o altrimenti in vendita ad un prezzo irrisorio nelle mercerie. Ovviamente si possono utilizzare dei colori a contrasto (nero-rosso, giallo-blu) per un effetto shock.


Altra dritta è di realizzare dei ciondoli dalle svariate forme secondo la vostra bravura manuale con la pasta di sale. Ovviamente i nostri monili dopo essere stati modellati, vanno seccati e poi colorati (utilizzando acquarelli o colori atossici) e il gioco è fatto.


Ultimo consiglio è di realizzare dei girocolli o dei braccialetti con la pastina. Avete capito bene, in questo caso l'ingrediente fondamentale, è proprio il caso di dirlo, è la pasta (stelline o anellini). Per realizzare le collanine serve un filo elastico molto sottile, della pastina, ovviamente colori ad acquerello e santa pazienza.


Il risultato è veramente particolare e di grande effetto, specie d'estate e con l'abbronzatura. Potete realizzare una collana a filo da fermare con un nodo, glam ed ecosostenibile.
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domenica 25 ottobre 2015

TRASFORMARE I TUBI IN PVC IN VASI PER I FIORI



Il PVC (cloruro di polivinile) è una delle materie plastiche più diffuse e, data la sua estrema versatilità, i suoi utilizzi sono innumerevoli. Ad esempio, può essere ridotto ad una pellicola o ad un liquido per rivestire fibre tessili, superfici, serbatoi, rubinetti o vasche. Le sue applicazioni più note e più comuni sono rappresentate dagli infissi e dai tubi per edilizia, come le grondaie o le condutture per l'acqua. Ed è proprio riguardo alle tubature in PVC che vi segnaliamo un'idea decisamente originale.


Solidi, durevoli e spesso colorati, i tubi in PVC si distinguono per delle forme decisamente moderne, tra bordi spessi e curve marcate, che li rendono molto simili a delle opere d'arte minimaliste: questo è quello che deve aver pensato il designer francese François Xavier Ballery, dato che proprio da queste comunissime condutture ha tratto ispirazione per una nuova opera, la Pretty Vase Collection.


Realizzata per il brand Domeau&Pérès, la Pretty Vase Collection consiste in una serie di vasi per fiori resa unica nel suo genere dall'impiego del PVC e dall'aspetto, dato che si tratta di veri e propri tubi laccati. Una coloratissima collezione di design che sembra proprio destinata ad ornare i salotti di quella media e alta borghesia che farebbe qualsiasi cosa pur di tenersi al passo con le mode, anche le più eccentriche.

   


ll concept che sta dietro alla proposta di Ballery ("l'utile che diventa bello") è originale, spiritoso ed interessante, al punto da poter diventare un'idea di riciclo creativo, alla portata anche di coloro che non possono permettersi di acquistare un pezzo di design. Come? Basta sostituire l'esemplare ufficiale della Pretty Vase Collection con una variante casalinga, realizzata recuperando per l'occasione dei vecchi tubi ormai pronti per essere gettati via, e magari laccandoli con il colore che si preferisce o che più si intona allo stile della stanza che si vuole arredare. Così, chiunque potrà avere il proprio originalissimo vaso di design, in linea con le tendenze di arredamento più ricercate e di avanguardia, e facendo anche un favore all'ambiente.


Tenendo comunque presente che il PVC è un materiale riciclabile e che può avere una nuova vita anche dopo essere stato gettato via: dal suo riciclo possono nascere oggetti ed accessori come le eco-borse che vi avevamo presentato qualche settimana fa.

Infine, ricordate che qualsiasi oggetto in grado di contenere acqua, dal barattolo di caffè alla bottiglia di vino, può essere riutilizzato in modo creativo e diventare un originale vaso da salotto, pronto ad accogliere i vostri fiori preferiti. È sufficiente dare libero sfogo alla propria creatività e, con una quantità minima di materie prime e pochissimo sforzo, anche il più comune, vecchio e inutile degli oggetti diventerà un grazioso suppellettile. Provare per credere.
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sabato 24 ottobre 2015

VHS MON AMOUR: I 5 MODI PER RICICLARE LE VIDEOCASSETTE




Chi di noi negli anni non ha accumulato una bella collezione di videocassette ed ora, con l'avvento del dvd, e in generale della tecnologia digitale, vorrebbe disfarsene? Se non volete vederle ammuffire insieme al videoregistratore (per la quale vi abbiamo già dato un originale modo di reinventarlo trasformandolo in tostapane) in qualche soffitta, ecco cinque modi semplici per riutilizzare oriciclare il VHS.


Il nastro delle videocassette, infatti, che è da equiparare ai rifiuti elettronici, i cosidetti RAEE, è di poliestere, un materiale plastico che però, in tale forma, risulta piuttosto difficile da riutilizzare a livello industriale. Per questa ragione "l'auto riciclo creativo" si rende ancora più necessario.

1) La prima soluzione, la più semplice da attuare, è quella di vendere la collezione su Internet - in siti di e-commerce come eBay, Subito.it oppure se con il web non avete confidenza, in qualche mercatino dell'usato. Le videocassette infatti, potrebbero non interessare più a noi, ma rappresentare un tesoro, un po' come i dischi in vinile, per qualche collezionista incallito di film, filmati vari o documentari. Anche perché non tutti i titoli usciti in vhs al momento sono stati ristampati in dvd.

2) Uno dei metodi tra i più diffusi per il riciclo delle VHS è quello di cimentarsi, facendo delle trecce con il nastro da arrotolare e incollare nelle forme che più ci piacciono, nella produzione prodotti in plastica utili per la casa come tappetini da bagno, stuoie o sottobicchieri. Utilizzando anche le bobine su cui il nastro si arrotola, è possibile ricavare, ad esempio, anche originali lampade da tavolo.

 

3) Il terzo metodo ha a che fare con la vita bucolica. Per chi vive in campagna e necessita di uno spaventapasseri, il nastro di poliestere sventola benissimo al vento ed è così in grado di allontanare gli uccelli intenzionati ad attaccare ciò che si è coltivato.

4) Il quarto metodo aiuta l'ambiente evitando di usare le tanto inquinanti buste di plastica. Il nastro può, infatti, se lavorato come fosse una fibra tessile, essere utilizzato per fare delle eco-bag da usare al supermercato oppure vere e proprie borsette eco-chic. Purtroppo, il nastro del vhs si presta poco ad essere lavorato all'uncinetto dato che si attacca alle dita: diverse persone sono tuttavia riuscite a tagliare delle strisce di poliestere anche da quattro millimetri così da poterle lavorare tranquillamente su dei telai fatti a mano o con i ferri.


5) Infine, esiste un riciclo "artistico". Se si possiedono molti vhs in versione originale, con tanto di copertina in cui è stampata la locandina del film, si potrebbero fare diversi collage da poter utilizzare magari come quadri da appendere o da regalare, per realizzare calendari o originali cartoline di auguri indirizzate ad amici particolamente cineasti.

Insomma, anche se il poliestere è sottile e leggero, non resta che provare a dare sfogo alla creatività munendosi di una vecchia videocassetta, colla e forbici!
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venerdì 23 ottobre 2015

7 MODI PER RIUTILIZZARE O RICICLARE CREATIVAMENTE I BICCHIERI DI PLASTICA


I bicchieri di plastica, spesso utilizzati una sola volta, rappresentano un po' il simbolo dell'usa e getta. Ma soprattutto, non si possono riciclare e vanno buttati nel bidone dell'indifferenziata. Il primo consiglio da dare, chiaramente, è quello di non comprarli e nel caso in cui le circostanze vi impongano l'utilizzo di stoviglie monouso, optare per dei bicchieri in bioplatica biodegradabili e compostabili.


Se però doveste trovarvene qualcuno fra le mani, non gettatelo al primo sorso, anche perché con un po' di creatività è possibile allungare la loro vita a colpi di riuso e riciclo creativo. Ecco, ad esempio 7 idee tutte da mettere in pratica:

1) Spazzolone per il bagno per i vostri bimbi

Sappiamo quanto sia difficile il processo che porta i vostri pargoli a farla da “soli” e quanto sia più di uno spauracchio il temibile “vasetto”. Figuriamoci, quindi, tutte le mansioni legate a tale maleodorante pratica; come ad esempio la loro corretta igiene intima e, soprattutto, quella del bagno! Per questo motivo vi suggeriamo di prendere unbicchiere di plastica (preferibilmente colorato), forare la base, fissarlo ad una stecca di legno e tagliarlo a strisce alle estremità delle pareti. Così facendo avrete creato un simpatico mini-spazzolone che sicuramente non sarà per nulla utile in termini di pulizia, ma sensibilizzerà (facendolo divertire) i vostri figli a quel processo che un giorno li porterà a non strillare mai più: “Mamma ho finito, vieni a pulire!”.

2) Kit pulisci pennelli e solventi



Siete dei pittori? O vi dilettate semplicemente in dipinti e piccole opere d’arte? Bene è proprio con voi che parliamo. Niente tecniche di bricolage e fai da te in questo semplice riutilizzo intelligente dei vostri bicchieri di plastica. Riempiteli di acqua e teneteli sempre a portata di mano, saranno il nuovo modo di pulire i vostri pennelli ogni qual volta che dovrete cambiare colore.

3) Porta Euro/Porta Penne



Posizionatu sulla scrivania e decorati a dovere i bicchieri di plastica, soprattutto se si tratta di quelli un po' più ampi e resistenti, possono trovare diversi usi, dallo svuota-tasche o piccolo salvadanaio per le monetine a simpatico porta-penne.

4) Vasi per la semina indoor e decorazione per balconi

Avete il pollice verde? Benissimo! Molte piccole piante si adattano benissimo acrescere all’interno di bicchieri di plastica. Piantate i più disparati semi, quindi, e ponendo tipologia e colori differenti potrete creare delle bellissime composizioni che renderanno ancor più bello il vostro balcone.

5) Misurino per il cibo degli animali domestici

Se avete piccoli animali domestici come i pappagallini o pesci rossi, sapete benissimo quanto siano poco maneggevoli le buste nelle quali, solitamente, vendono il loro cibo. Utilizzare un bicchiere di plastica come misurino per prendere il cibo dal sacco e versarlo nella relativa ciotola potrebbe rendere il rancio del vostro animaletto molto più pratico e semplice!

6) Giochi per la spiaggia



Con l’avvicinarsi della bella stagione non possiamo non pensare al sole, mare e alla spiaggia. Proprio su quest’ultima tutti i bambini del mondo hanno giocatocostruendoci castelli. Quest’estate consegnate ai vostri figli dei bicchieri di plastica, saranno utilissimi per creare torri e muri di cinta che renderanno il loro “fortino di sabbia” quanto più fedeli possibile alla realtà.

7) Lampadario fai-da-te



Bastano pochi passaggi e seguire le istruzioni presenti su Natural Home per ricavare dai bicchieri di plastica destinati alla pattumiera, un eco-lampadario di grande effetto. Se poi di bicchieri ne avete accumulati a sufficienza potete anche provare ad aggiungerne altri allo schema proposto per creare un lampadario sferico che saprà arredare con stile anche il salone. Ovviamente onde evitare spiacevoli inconvenienti si consiglia di utilizzare lampadine a LED che non emettono calore che potrebbe sciogliere la plastica dei bicchieri.

E voi quale altro modo suggerite per allungare la vita ai bicchieri di plastica?
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giovedì 22 ottobre 2015

PER RICICLARE IL TEMPO PASSATO...RICICLIAMO LA BARBIE!




Fatele a pezzi: staccate gambe, braccia, testa, tagliate via le mani, strappate via dal viso quell'imperscrutabile sorriso e alla fine, ridategli la vita...Catartico e creativo il riciclo delle Barbie.

Se volete prendervi la vostra rivincita sulla sempre perfetta ultracinquantenne bambola più famosa al mondo o al contrario voleste continuare ad elogiare quest'intramontabile icona pop anche oltre tempo massimo, il progetto di Margaux Lange, Plastic Body, può suggerirvi forse la maniera più fantasiosa di farlo, riciclando.

La giovane artista americana infatti si è dedicata per tutto un decennio alla sua esplorazione artistica e concettuale focalizzandosi attorno a quella che, durante la sua infanzia, come per tante di noi, è stata la sua passione/ossessione: lamitica Barbie e tutto il suo piccolo, prezioso mondo in miniatura. Conseguito il suo Bachelor of Fine Arts presso l'Istituto Maryland College of Art nel 2001, laLange è balzata in poco tempo sulle copertine delle più prestigiose riviste americane di moda e design. Rappresentata dalle gallerie d'arte e boutique di preziosi più in voga, i suoi gioielli, che potremmo definire hanno richiamato l'interesse di tutta la stampa mondiale oltre che il fanatismo di collezionisti e nostalgici.


La serie Plastic Body si avvale infatti del recupero di parti di Barbie che in combinazionecon argento e resina pigmentate danno vita a creazioni assolutamente sorprendenti, finissime e decisamente pop.


Alla base, la volontà di trasformare un prodotto di massa, che la bambola della Mattel ben simboleggia, in un nuovo materiale riplasmato dalla personalità, dalla particolarità e, diciamo pure dalla calma di un lavoro artigianale; lo scopo quello di esaminare e festeggiare il proprio rapporto con quella cultura tramite l'icona Barbie. Serie caleidoscopiche di sorrisi, erotici seni in fila, collezioni di gambe in stile woodoo, l'arte di Margaux Lange è tutta da indossare per stupire, ironizzare ed evocare.


Se il tempo ha finito le vostre bambole o semplicemente il tempo delle bambole sia finito, provateci anche voi! Certo la maestria dell'artista newyorkese vanta decenni di pratica ma con un po' di buona volontà potrete ottenere di certo il vostri personali gioielli riciclati, veri e propri stardoll bijoux.

Da riporre rigorosamente in un porta gioielli in pendant ricavato incollando le lunghe gambe dell'amatissima bambola su bel supporto in legno precedentemente levigato con la carta vetrata. Qui la vendetta per averci fatto crescere complessate nell'arduo compito di emularle potrebbe veramente compiersi.



Per i maschietti, se un braccialone di teste di Ken vi inquieta e v'inibisce, suggeriamo una proposta davvero spiritosa che circola sul web: la Barbie USB.



Come suggerisce anche Instructable, basta staccare la testa della Barbie, aprire il corpo in due (brrr, sembran pratiche chirurgiche!), posizionare una piccola pennetta usb all'interno e richiudere. Il risultato, soprattutto quando il dispositivo è collegato al vosto pc, è di grande effetto, certo, a meno che non abbiate un datore di lavoro dotato di molto senso dello humor, forse sarebbe meglio che la utilizzasse solo nel privato. Attendiamo evoluzioni, intanto: lunga vita alla Barbie!
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mercoledì 21 ottobre 2015

RITORNO AL FUTURO: COME RICICLARE CREATIVAMENTE LE VECCHIE MUSICASETTE


Nostalgia della cara vecchia era analogica? Per gli estimatori estetici, per gli amanti del retrò, del vintage, della moda, la musicasetta o audiocasetta torna in tutta la sua esplosività riproposto in sorprendenti varianti che continuano a celebrarne il culto. Riciclandola.

Michel J.Fox alias Marty Mc Fly alias Dart Fener in una scena cult dell'intramontabile “Back to the future” di Robert Zemeckis (1985) terrorizzava a fin di bene il suo futuro padre George ricorrendo ad un semplice, ma per i tempi, avveniristico walkman munito di infernale musicassetta (degli AC/DC!) sparata a tutto volume; nel 1955 la tecnologia della Music Cassette era infatti ancora lontana, quella generazione avrebbe dovuto attendere circa 10 anni per familiarizzare con il supporto che avrebbe cambiato il modo di fruire della musica: la MC, una cassetta di dimensioni ridotte contenenti informazioni audio registrate in modo analogico, viene infatti lanciata dalla Philips solo nel 1963.

Simbolo degli anni '80, prima che venisse soppiantata da CD o Mp3, lamusicassetta (dal 2009 fuori commercio) è stata di sicuro il supporto per la registrazione e la condivisione musicale più diffuso, amato ed affidabile che sia mai stato immesso sul mercato. Chi tra di noi non vi ha inciso le prime compilation da far girare tra gli amici, chi non ha affidato il rewind manuale al cappuccio di una penna, chi non serba ancora nei più reconditi cassetti qualche esemplare di una vetusta collezione sopravvissuta alle evoluzioni del tempo? Ecco allora qualche idea di riciclo creativo per dare nuova vita alla vecchia audiocassetta

1) Uno dei modi più semplici è sicuramente quello di utilizzare la MC come base per un portabiglietti da visita o portafotografie: basta fissare al foro centrale della cassetta un'asticella di legno, di ferro o di molla se preferite, ed assicurare all'estremità libera di quest'ultima una piccola mollettina che sosterrà foto, notes, bigliettini...


2) Per lasciarle al loro contesto originario, creado una sintesi, se volete artistica, tra passato e presente la proposta dello studio di design Redi le trasforma inportaCD.


Potete provarci facilmente anche voi: vi bastano due listarelle di ferro di quelle forate, viti, bulloni ed un po' di colla a caldo per fissare le musicassette al supporto ed il gioco è fatto. Notate che aumentando la distanza tra le cassette potrete ottenere anche un fermalibri molto originale.

3) Ancora un'idea ispirata alla casa e all'arredamento: le MC come nuovo texture le superfici dei vecchi mobili. Anche qui il lavoro è semplicissimo: basta dividere l' audiocassetta nelle due sue sezioni e, con la colla a caldo, rivestire il mobiletto che preferite , che volete svecchiare o semplicemente recuperare. Il risultato è un oggetto di vero design da grido dal sapore deliziosamente rock'n roll.


4) A caccia di un'idea illuminante? Date un'occhiata a queste splendide lampade! Sul web vengono vendute a prezzi non direi così contenuti per cui ci rimettiamo alla vostra manuale maestria. Anche qui pochi elementi: colla a caldo per unire le cassette tra loro o fascette di plastina che sfruttano i buchi già presenti sulla MC. Tutto sta a riuscire a creare un cubo con apertura verso l'alto o verso il basso in cui infilare lampada e portalampada. La sinfonia di luce che ne scaturisce è, credetemi, davvero magica.


5) Qualche tocco originale invece tutto per il vostro stile? Ed allora ecco che la MC viene sempre con voi o sotto forma di fibbia per una cintura che non passeerà certo inosservata.


Anche in questo caso tutto ciò che dovrete fare è dividere la cassetta nelle sue due sezioni ed applicarle, con la colla a caldo a superfici preesistenti e in questo caso in una vecchia fibbia che magari vi ha stancato. Il tutto vi impegnerà per 10 minuti al massimo ed il risultato sarà d'indiscutibile successo. Buon divertimento!
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